Soprattutto nel periodo prenatalizio, il consiglio ben intenzionato di riposare di nuovo si presenta come la soluzione per tutto lo stress fisico e mentale: Dopotutto, mentre alcuni non possono fare a meno di spegnere i fuochi dei singoli piccoli compiti prima della fine dell’anno, per altri è la gestione degli eventi geopolitici a mettere particolarmente a dura prova la salute mentale e a scatenare lo stress. In questo articolo parleremo di “resilienza” e del perché in realtà pensiamo di cambiare qualcosa del nostro equilibrio interiore solo quando siamo già fuori equilibrio.

Resilienza significa qualcosa come “rimbalzo” e deriva dalla fisica. Il termine descrive quindi la natura di alcuni elementi che rimbalzano verso la loro forma originale anche dopo influenze esterne estreme. A partire dagli anni ’70, questo concetto è stato applicato agli esseri umani come proprietà psicologica. La resilienza non è quindi la ricerca selettiva del rilassamento, ma piuttosto la capacità di entrare significativamente nella tensione e di attivarsi in essa. La resilienza è quindi un processo di apprendimento e sviluppo dinamico che dura tutta la vita e che può essere influenzato positivamente.

Questo perché ogni volta che sperimentiamo lo stress, in qualsiasi forma, il sistema limbico del cervello si attiva e, allo stesso tempo, il sistema di controllo delle emozioni e delle azioni appropriate si spegne. In breve, quando siamo sottoposti a stress, di solito soffriamo di amnesia da competenza. Con una resilienza rafforzata possiamo regolare meglio lo stress e quindi recuperare più rapidamente l’accesso alle nostre capacità. Questo ci aiuta a rimanere in grado di agire in situazioni difficili, a superare le sfide e ad affrontare le crisi in modo più rapido e sano.

“La resilienza è una capacità di gestire e risolvere i problemi, allontanandosi dallo stress disfunzionale e dalle conseguenze tossiche dello stress, come il burnout, i traumi e le crisi, per passare a uno stress funzionale e favorevole all’apprendimento, alla crescita e all’ampliamento della zona di comfort”.
Questo stato è più importante che mai, poiché alcune sfide non possono essere regolate in tempo reale a causa della situazione e richiedono quindi una gestione. I 7 pilastri della resilienza (secondo la dott.ssa Karen Reivich e il dott. Andrew) è uno dei modelli più noti, che illustra questa teoria in modo comprensibile:

 

 

Spiegazione: L’atteggiamento di base descrive quali pensieri e atteggiamenti una persona sceglie nei confronti del mondo esterno e dei suoi sentimenti (chiamato anche atteggiamento interiore). Le pratiche, invece, descrivono le reazioni e le azioni effettive e le modalità di risposta a determinati eventi.

Non solo gli individui, ma anche interi team hanno questa resilienza interiore allo stress e l’adattabilità al cambiamento. Un elemento chiave della resilienza del team è la sicurezza psicologica, secondo cui i feedback e le idee possono essere espressi liberamente nei team senza incorrere in conseguenze negative. Quindi, per avere team sani e di successo, non è fondamentale il potere dei singoli, ma che ogni membro del team si senta ascoltato e visto. Fedeli al motto: “Ci uniamo in base alle nostre somiglianze e cresciamo in base alle nostre differenze”, i team resilienti sono composti da membri diversi che comunicano tra loro in modo consapevole e riconoscente.
Nelle prossime settimane, Hospitality Booster si dedicherà al tema della “resilienza”, esaminando gli elementi di base e utilizzando esempi e best practice del settore per mostrare come aumentare la propria resilienza.

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“Non è la specie più forte a sopravvivere, né la più intelligente, ma quella che risponde meglio al cambiamento” – Charles Darwin, L’origine delle specie.